La psicologia semiotico-culturale

La teoria della Psicologia semiotico-culturale (SPCT) si è sviluppata negli ultimi due decenni (Valsiner, 1998; 2007, Salvatore, 2016) entro la cornice della psicologia socio-culturale (Valsiner & Rosa, 2007). Tale approccio integra diverse linee di pensiero teorico e metodologico innovative – psicanalisi interpersonale (Mitchel, 1988; Salvatore & Zittoun, 2011), teoria dei Sistemi Dinamici (Salvatore & Tschacher, 2012; Lauro-Grotto et al 2009; Salvatore et al, 2009); semiotica pragmatica e analisi del discorso (Linell, 2009), ragionamento abduttivo (Salvatore & Valsiner, 2010).

La SCPT riformula il paradigma cognitivo più generale in modo coerente con la prospettiva dei processi mentali

1. In termini di dinamiche costanti di significazione (i.e. processi di interpretazione del mondo che formano l’esperienza);
2. Canalizzato da significati generalizzati inseriti entro l’ambiente culturale e che funzionano come sistemi di assunti affect-laden (nell’ambito della SCPT, e d’ora in poi, questi significati generalizzati sono denominati universi simbolici).

Il significato non è attribuito ai contenuti del mondo che esiste prima di essere interpretato. Piuttosto, significare costruisce la realtà; è superfluo aggiungere che questo non crea il mondo, ma forma il modo in cui se ne fa esperienza, ovvero di presentificarne la realtà nella mente. Ciò accade poiché il mondo non è uno spazio che contiene oggetti a se stanti che la mente rappresenta e quindi interpreta (Manzotti, 2010). Semmai, il mondo è un costante flusso di occorrenze e la significazione è il processo di foregrounding di alcuni (e backgrounding degli altri), cosentendo in questo modo di far emergere dal flusso un frame stabile dell’esperienza (Salvatore, 2013; 2016; Salvatore & Freda, 2011; Valsiner, 2007).

Dunque, significare costruisce il contenuto attuale dell’esperienza sia dell’ambiente esterno che interno (i.e. l’esperienza del corpo e dei sentimenti di ognuno) e più in generale, l’immagine che gli individui hanno di se stessi e delle loro relazioni entro il contesto, ossia la loro identità sociale.

Alcuni aspetti della SCPT la rendono più specifica di altre teorie che condividono assunti del paradigma cognitivo.

Primo aspetto

Per la SCPT, l’attività cognitiva non è nella testa delle persone. Piuttosto, è un processo transizionale che funziona a livello dell’interazione dinamica fra la mente dell’individuo e l’ambiente culturale. Pertanto, la SCPT rappresenta una versione socio-cognitiva del paradigma cognitivo: adotta una visione contestuale della mente che si dissocia dalle teorie che concepiscono le funzioni cognitive in termini di meccanismi incapsulati entro la mente dell’individuo (e.g. Gigerenzer, 2008; Gigerenzer & Tod, 1999; Gilovich et al., 2002; Goldstein et al., 2002; Kahneman, Tversky, 1979, 2000; Kanheman, 2003; Thaler, 1985).

Secondo aspetto

La SCPT concepisce la relazione tra la mente individuale e l’ambiente culturale in termini semiotici, ossia come una costante attività di significazione –i.e. transizione fra segni. Le persone sono costantemente impegnate nel compito esistenziale di presentificare/interpretare la realtà in cui sono immersi – ovvero andare oltre il mutevole flusso del momento presente ed estrarne un frame sufficientemente stabile di esperienza. D’altra parte, il costante processo di significazione è possibile nella misura in cui è canalizzato da significati generalizzati – i.e. universi simbolici (e.g. l’idea che il mondo sia inaffidabile) – che sono disponibili nell’ambiente culturale. Questi significati generalizzati funzionano come sistema di assunti che consentono l’attività cognitiva di sentire feeling, pensare, formarsi opinioni e atteggiamenti, compiere scelte. In altre parole, i significati generalizzati stabiliscono l’ambiente cognitivo in cui avviene il processo di significazione, giocando lo stesso ruolo che la mappa e la bussola hanno per il viaggiatore.

Terzo aspetto

La SCPT propone una visione di senso dinamica e performativa. Come conseguenza del punto precedente, il significato non è considerato una entità – i.e. un set di concetti e categorie, ma è visto come un costante prodotto emergente di significazione – propria organizzazione dinamica. Coerentemente con gli insegnamenti di studiosi come Peirce (1897/1932) e Wittgenstein (1953), il focus è sull’azione, sull’attività intepretativa di presentificazione/interpretazione dalla quale emerge il significato: il significato è la forma integrata di tale attività intepretativa, quanto la direzione e la forma di un movimento sono le proprietà intrinseche emergenti del movimento stesso.

Quarto aspetto

La SCPT evidenzia la valenza della significazione intrinseca (embodied). Infatti, secondo la SCPT, il processo di significazione funziona connettendo forme di significati intrinseche (embodied), pragmatiche e simboliche in una spirale ricorsiva. Le forme di attivazione del corpo sono viste come prime modalità pre-simboliche di interpretazione della realtà, che necessitano di essere interpretate successivamente in termini di maggiori simboli sviluppati, nel costante processo ricorsivo di interpretazione di cui consiste la funzione di significazione (Peirce, 1897/1932). Dunque, il processo di significazione non concerne solo il significato simbolico, verbale; piuttosto, funziona mettendo in connessione corpo e linguaggio; azione, sentimento e parole; il livello emozionale dell’esperienza (che è concepito in termini di semiosi affettiva, cf. Salvatore & Freda, 2011) e il livello formale della conoscenza. Questa visione è rilevante poiché ci porta ad ampliare la nozione di semiosi a forme emozionali, intrinseche (embodied) e pragmatiche di significazione e a riconoscere il ruolo costitutivo giocato dalle emozioni nella significazione; nello specifico il fatto che le emozioni – in quanto forma base e attivante la semiosi – sono la base della razionalità, anziché il suo limite. Da un punto di vista complementare, lo scenario di significazione intrinseco, ricorsivo rende possibile riconoscere che la cultura è all’origine dell’esperienza psicologica, laddove emerge l’esperienza soggettiva, emozionale, di sè e del mondo. Questo aspetto è particolarmente cogente, poiché fornisce i dispositivi concettuali per vedere e analizzare il ruolo che la cultura gioca nel gettare le basi e nella formazione dell’identità sociale. E ciò significa che la visione intrinseca e ricorsiva della significazione rende la SCPT un modello genetico, vale a dire una teoria che propone un modo di comprendere come la significazione genera e forma la vita mentale e l’azione umana, attraverso l’integrazione del contesto culturale. In altre parole, la SCPT non si limita al recupero del contenuto dei significati che giocano un ruolo nel canalizzare la cognizione individuale e sociale; piuttosto, consente che le dinamiche ricorsive pre-simboliche sostengano e alimentino l’emergenza e la stabilizzazione dei contenuti che devono essere compresi.

Quinto aspetto

I precedenti punti sono in linea con l’idea di una integrazione reciproca di mente e cultura. Infatti, una visione del significato come dinamico e performativo implica che questi ultimi siano integrati entro ogni atto individuale di significazione. Il contesto culturale non è una cornice esterna sovra-ordinata che agisce sul processo di significazione dall’esterno (per una critica del concetto di frame nelle teorie socio-cognitive, vedi Bickhard, 2009); piuttosto, è intrinseco l’organizzazione della significazione. E ciò significa che ogni atto di significazione riproduce in modo performativo (i.e. mediante il proprio stesso esercizio, come conseguenza intrinseca della sua stessa attuazione) l’ambiente culturale che origina e orienta l’azione. Per utilizzare una analogia, la reciproca integrazione di mente e cultura è la stessa che sussiste fra il vortice e le molecole di un fluido – vortice e molecole non sono due cose differenti, con il primo che funge come livello sovraordinato che regola il secondo, ma due differenti scale di osservazione dello stesso campo dinamico, dove il primo è la forma delle dinamiche del secondo e il secondo è la sostanza costitutiva del primo. Secondo questo assunto, la cultura non è un fattore meta, che compete con altri fattori (e.g. economico, normativo, tecnologico) nella costruzione degli eventi umani; invece, la cultura è la gestalt dinamica dove gli eventi umani prendono vita e si sviluppano. È la forma immanente dei fenomeni umani.

La combinazione degli aspetti sopra evidenziati definisce il particolare profilo della SCPT nel più generale dominio delle teorie che anno riferimento al paradigma cognitivo. Il riconoscimento del ruolo giocato dal contesto nei processi cognitivi differenzia la SCPT dai modelli psicologici che adottano un focus di analisi individualista, ritenendo i processi mentali come funzione di meccanismi intra-psichici, anche se riguardanti oggetti sociali. Queste teorie sono rilevanti poiché sono state le prime a mostrare la potenzialità del paradigma cognitivo nello studio del comportamento sociale ed economico (e.g. Kanheman & Tversky, 1979, 2000; Kahneman, 2003). La SCPT non si pone in alternativa a queste, quanto piuttosto come un modo di completarle attraverso il riconoscimento delle dinamiche contestuali nelle quali la cognizione individuale si inserisce.

D’altra parte, una visione semiotica del legame tra mente e contesto rende la SCPT un approccio originale entro il set di teorie che riconoscono il ruolo giocato dalla società nel dare forma ai processi psicologici. La SCPT concepisce il contesto in termini di ambiente culturale. Ciononostante, la SCPT vede il contesto culturale non in termini di contenuti (e.g. tradizioni, norme sociali, oggetti, modelli mentali) – come accade in molti approcci in psicologia sociale (e.g. Social Cognition, Teoria delle Rappresentazioni Sociali) e psicologia culturale (e.g. Shweder, 1991, 2000) – né come una entità autonoma generale che agisce sulla conoscenza dall’esterno, in modo top-down - come è più o meno implicitamente assunto da approcci come la psicologia cross-culturale (Heine, 2011), lo strutturalismo (Levy-Strauss, 1958), e gli approcci marxiani (e.g. Racker, 1968). Al contrario per questi approcci, il contesto è interpretato in termini dinamici e performativi, ossia come un sistema integrato di significati generalizzati per il quale il soggetto è parte di, e che per questo funziona come matrice generative della conoscenza individuale [per approcci similari, vedi Rommetveit (1992), Moscovici (1961), Douglas (1986), Geertz (1983), Bourdieu (1972)]. Questa visione è condivisa da psicologi culturalisti che interpretano l’eredità di Vygotsky (1978) in termini di funzione costitutiva e di mediazione che l’attività umana e gli oggetti giocano tra conoscenza e realtà (e.g. Cole, 1996). D’altronde, con riferimento a queste ultime teorie, la visione integrata e ricorsiva della significazione porta la SCPT a introdurre una prospettiva micro-genetica, dal momento che consente che la conoscenza individuale sia costituita da significati contestuali che devono essere integrato con il modello di come questo definirsi è attuato, ossia il modello di costituzione affettiva dell’esperienza soggettiva (vedi il concetto di presentificazione, § 3.3). In questo modo, la SCPT è simile a modelli che si focalizzano sulla micro-analisi di atti concreti di significazione – i.e. psicologia discorsiva (Edwards & Potter, 1992; Harrè & Gillet,1994; Linell, 2009), teoria dialogica (Hermans, 2001), etnometodologia (Schutz, 1967), psicanalisi intersoggettiva (Mitchel, 1988; Storolow et al., 1995) – che sono interessate nel modo in cui il significato è costruito attraverso dinamiche di comunicazione interpersonale. Ciononostante, il riconoscimento della reciproca integrazione del sistema culturale dei significati e la conoscenza individuale porta la SCPT a differenziarsi dalla tendenza di tali teorie a rimanere intrappolate nel livello di analisi locale (i.e. comunicazione interpersonale), che porta, da una parte, all’assunto implicito di una sorta di capacità illimitata degli attori di costruire e negoziare significato e, dall’altra di omettere la questione fondamentale di come la cultura cambi nell’attivazione locale.