Funzione e organizzazione del tirocinio

L’esperienza di tirocinio si sviluppa su tre livelli complementari. Al primo livello, il tirocinio è l’occasione per entrare in rapporto con l’esercizio di prassi psicoterapeutiche e più in generali cliniche. A questo livello, la funzione del tirocinante è di rilevare ed analizzare il rapporto dinamico tra contesto (organizzazione e cultura della struttura) e forme di esercizio della prassi clinica.

Ciò al fine di riconoscere il carattere contingente dello scambio clinico rispetto alle circostanze e alle condizioni (soggettive ed organizzative) in cui esso si dispiega. Per assolvere questa funzione, il tirocinante partecipa – in ragione di specifici accordi con la struttura – ai momenti di organizzazione delle attività e di discussione dei casi (integrando ciò eventualmente con ulteriori attività di esplorazione, quali: interviste ad utenza, analisi dei modelli di domanda afferente, analisi organizzativa del servizio, studio dei trascritti delle sedute). Particolare attenzione è posta a che tale partecipazione si qualifichi in modo produttivo per la struttura stessa. Ciò al fine da evitare che l’attività del tirocinante si riduca ad una pratica di osservazione priva di ricadute, dunque in ultima istanza non verificabile.

Al secondo livello, il tirocinio si propone come occasione per esercitare specifici e circoscritti ambiti di attività clinica (in primo luogo in termini di affiancamento, quindi di presa in carico autonoma). Ciò con finalità sia di tipo addestrativo (secondo la logica del learning by doing), sia, soprattutto, di riconoscimento delle implicazioni metodologiche e soggettive connesse all’esercizio dell’attività clinica. In ragione di tale finalità, l’attività clinica svolta dal formando presso la struttura di tirocinio implica tre livelli di riferimenti:

Il referente clinico

All’interno della struttura, avente il compito di definire e concordare con la struttura gli specifici segmenti di lavoro clinico da affidare al tirocinante (secondo un criterio di reciproca utilità, che implica la definizioni di compiti appropriati ai livelli di competenza del formando; dunque un’ipotesi di attribuzione di ambiti incrementali di autonomia) e di offrire al tirocinante la cornice organizzativa ed interpretativa entro cui si colloca il lavoro sul caso;

Il supervisore presso la scuola

Tratta con il tirocinante (con il gruppo dei tirocinanti) le implicazioni/componenti tecniche, metodologiche, soggettive della azione clinica;

Il referente formativo

Tratta con il tirocinante le implicazioni dell’esperienza di tirocinio sul piano del progetto/processo formativo.