Profilo di competenza e obiettivi

1. Profilo di competenza

Nell’ottica PPSISCO la funzione clinica e psicoterapeutica consiste nel promuovere le condizioni dialogiche e cognitivo-affettive che favoriscono e sostengono la crescita della capacità del paziente di comprendere e sviluppare le proprie modalità di dare significato al mondo.

Tale funzione implica un clinico in possesso di una serie integrata di competenze.

Competenza di analisi

E’ l’abilità a trattare i modelli simbolico affettivi e relazionali emergenti nello scambio clinico al fine di promuoverne il riconoscimento ed elaborazione da parte del paziente. Entro tale competenza più generale mantiene una posizione centrale la competenza ad interpretare: la capacità dello psicoterapeuta di trattare gli eventi-testi (i discorsi, i comportamenti) mobilitati entro lo scambio clinico in quanto espressione del modo inconscio della mente, dunque come significanti di dinamiche intersoggettive di simbolizzazione affettiva.

Questa competenza complessiva è scomponibile da un insieme di competenze/abilità/conoscenze specifiche:

• la comprensione dei fondamenti concettuali del modello di mente alla base della PPSISCO, nel quadro più generale del contesto epistemologico, filosofico e psicologico (anche in chiave storica) entro cui si colloca il modello;

• la conoscenza della teoria clinica generale, relativamente ai modelli del funzionamento mentale, della psicopatologia, del processo terapeutico e dei suoi scopi;

• la conoscenza e la capacità di utilizzo del metodo, delle tecniche e degli strumenti che organizzano l’agire del clinico, sia in chiave diagnostica che terapeutica. Rientrano in questa categoria l’insieme dei principi che permettono al clinico di governare il setting come processo relazionale di analisi (ad es. i principi che definiscono le forme e le modalità dell’ascolto clinico; la scelta del livello di elaborazione e di comunicazione con il paziente; i modi per verificare l’intervento elaborativo; l’uso dell’autosvelamento…);

• la conoscenza e la capacità di utilizzare gli schemi/modelli attraverso i quali operare il trattamento clinico del materiale prodotto entro il setting. Particolare rilievo hanno, in questo contesto, gli schemi/modelli su cui si fonda la funzione analitica di interpretazione, volta al riconoscimento delle dimensioni di simbolizzazione affettiva attive entro lo scambio clinico. Si opera una distinzione tra schemi e modelli per segnalare come siano in gioco due tipi di criteri: da un lato i criteri (in questa sede: “schemi”) in base ai quali il clinico seleziona il materiale testuale da interpretare, dunque pertinentizza ciò che ha valore di informazione (schemi di tal genere sono, ad esempio: la rilevanza delle fasi iniziali della seduta; l’attenzione ai nessi associativi; il rilievo da dare alle modalità di uso del tempo e dello spazio da parte del paziente, il riconoscimento del valore di conoscenza delle fantasie del terapeuta…); dall’altro, i criteri (in questa sede: “modelli”), che permettono al terapeuta di interpretare il materiale testuale (ad esempio, il riferire la simbolizzazione al qui ed ora; il funzionamento delle emozioni per presenze; il carattere generalizzante e polisemico della simbolizzazione). In sintesi, si tratta di criteri che permettono di definire il “che cosa” (schemi) e il “in che termini” (modelli) analizzare.

Competenza riflessiva

Si tratta della competenza dello psicoterapeuta a riconoscere ed utilizzare la propria implicazione soggettiva entro lo scambio clinico, dunque il ruolo che essa gioca nell’organizzare le rappresentazioni, analisi, valutazioni. Tale competenza presuppone e discende dal riconoscimento del carattere co-costruito del processo terapeutico: quanto propone il paziente, così come le stesse iniziative del terapeuta, sono sempre e comunque pattern dialogici: eventi che si producono entro, in ragione e attraverso la relazione clinica. Comprenderne il senso richiede dunque, da parte dello psicoterapeuta, riconoscere il proprio contributo alla dinamica di co-costruzione. Ciò d’altra parte implica la capacità da parte dello psicoterapeuta di analizzare riflessivamente il ruolo costruttivo giocato dal proprio punto di vista sul proprio agire clinico e, allo stesso tempo, di rintracciare la matrice relazionale di tale punto di vista.

In sintesi, la competenza riflessiva si qualifica come capacità dello psicoterapeuta a svolgere tre fondamentali funzioni di riconoscimento :

• riconoscere il proprio contributo al materiale proposto dal paziente;

• riconoscere come le proprie risposte (in senso lato), lungi dall’essere la risultante di un’operazione neutrale di rispecchiamento della realtà oggettiva, sono costruzioni mediate dalla propria soggettività, dalla propria lente interpretativa;

• riconoscere come tale soggettività sia a sua volta contingente allo scambio clinico, in altri termini sia radicata e rifletta la dinamica dialogica che si instaura nella relazione terapeutica.

La concettualizzazione della competenza riflessiva da parte della PPSISCO implica la capacità, divenuta centrale nella teoria della tecnica psicoanalitica contemporanea, di utilizzazione clinica del controtransfert. In questo senso, la nozione di competenza riflessiva propone una declinazione dialogica e processuale del concetto di controtransfert. Secondo tale concezione, transfert e controtransfert sono interconnessi e vanno intesi come polarità di un inestricabile intreccio dialettico che si dispiega nel tempo.

Competenza organizzativa

Questa competenza riguarda la capacità dello psicoterapeuta di costruire entro ed attraverso il rapporto con il paziente, le condizioni di alleanza di lavoro e di setting necessarie al lavoro di analisi in cui in ultima istanza consiste la psicoterapia PPSISCO.

Tali condizioni sono quell’insieme di dispositivi, di qualità e di regole del gioco che permettono di utilizzare lo scambio clinico come leva/risorsa per lo sviluppo da parte della coppia terapeutica del pensiero sulle emozioni, più in generale del lavoro clinico di elaborazione: chiarezza negli obiettivi dell’intervento, definizione condivisa delle responsabilità reciproche, atteggiamento nei confronti del lavoro analitico, tempi, modi di trattare il materiale, forme della comunicazione, sistema delle reciproche aspettative, spazio riconosciuto per l’analisi di quanto accade entro la relazione terapeutica, flessibilità organizzativa, criteri di verifica. Si tratta dei parametri che configurano il setting come un processo dialogico caratterizzato dalla compresenza dialettica (secondo la terminologia di Hoffman) di estraneità e cooperazione, di vicinanza relazionale (espressione della presa in carico e del comune investimento sull’obiettivo del lavoro clinico) e distanziamento (condizione di esercizio e forma stessa del lavoro clinico).

2. Obiettivi formativi

L’insieme delle competenze sopra richiamate definisce gli obiettivi di apprendimento della formazione alla psicoterapia PPSISCO:

• conoscenza fondamentale del contesto epistemologico, scientifico e filosofico in cui si inserisce il modello PPSISCO; conoscenza dei fondamenti di teoria psicologica contemporanea alla base del modello;

• acquisizione dei fondamenti di metodologia della ricerca clinica, necessaria allo psicoterapeuta per fruire della conoscenza scientifica di settore e per inscrivere il proprio lavoro entro pratiche di condivisione/verifica scientifico-professionale dell’operato clinico; conoscenza storico-concettuale della teoria psicologica psicoanalitica e dei suoi sviluppi contemporanei;

• conoscenza del modello PPSISCO, nelle sue dimensioni di modello della mente, di teoria psicopatologica, di teoria del processo terapeutico e di teoria della tecnica;

• capacità d’uso dei principi tecnico-metodologici volti a governare il setting clinico ed a sviluppare/mantenere/ripristinare la relazione terapeutica (a partire dalla fase istituente di analisi della domanda e di sviluppo della competenza del paziente);

• capacità d’uso degli schemi/modelli di analisi-trattamento del materiale clinico, sia in chiave diagnostica che terapeutica;

• competenza riflessiva;

• competenza organizzativa.

3. Ambiti di apprendimento

Tali obiettivi sono articolabili in 5 ambiti di apprendimento.

A) TEORIA

1. Teoria generale della psicoterapia, nella sua connessione con la teoria psicologica generale
2. Fondamenti della teoria e della teoria clinica psicoanalitica
3. Psicoanalisi intersoggettiva, con particolare riferimento alla sua interpretazione in chiave sociocostruttivista e semiotica

B) ANALISI

1.Descrizione nosografica dei quadri clinici (DSM)
2. Uso della psicopatologica di matrice psicodinamica (PDM) per la comprensione dei quadri clinici
3. Analisi della domanda
4. Analisi del momento presente e della evoluzione temporale della relazione clinica

C) COMPETENZA RIFLESSIVA

1. Riconoscimento del proprio mondo interno
2. Capacità riflessiva sul proprio mondo interno (= capacità di mentalizzazione e comprensione della dinamica emozionale in cui si è inscritti)
3. Comprensione della propria implicazione controtransferale entro lo scambio clinico
4. Uso del controtransfert come fonte di conoscenza del processo clinico

D) COMPETENZA ORGANIZZATIVA

1. Progettazione intervento (= nesso problema-configurazione psicologica; sviluppo committenza; definizione obiettivi e configurazione organizzativa dell'intervento)
2. Governo dell’intervento - gestione del processo, sua manutenzione nel tempo; gestione degli eventi critici nella relazione clinica
3. Resocontazione e rendicontazione dell'azione professionale/intervento Verifica e validazione degli interventi

E) TECNICA

1. Tecniche, procedure e strumenti psicodiagnostici per l'assessment
2. Tecniche, procedure e strumenti per l'analisi socio-simbolica del processo clinico
3. Tecniche di intervento con funzione supportiva
4. Tecniche di intervento con funzione interpretativa
5. Tecniche per l'interpretazione psicodinamica con particolare riferimento al modello sociocostruttivista e semiotico